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Le ricchezze di Porto: first day

Le ricchezze di Porto: first day

Bergamo Orio al Serio, ore 07.30, l’aereo sta per decollare. Direzione Porto, Portogallo.

Sull’aereo si sta abbastanza comodi causa pochi prenotati. Sono seduto sul sedile 31 C, fortunatamente vicino al finestrino, cuffie nelle orecchie e musica accesa ad un volume medio basso. Finalmente si parte, classico vuoto nello stomaco causato dal decollo e musica che gradualmente aumenta di volume seguendo l’alzarsi dell’aereo. Mi guardo in giro e noto che la maggior parte delle persone sta dormendo, mentre le restanti osservano, fuori dal finestrino, lo spettacolo che la natura ci sta regalando. Sta sorgendo il sole ed il cielo è totalmente rosso porpora, una gratitudine per gli occhi di chi, come me, si è svegliato nella notte e ha guidato la propria macchina per raggiungere l’aeroporto.

Durante il volo mi rilasso ad occhi chiusi ascoltando la musica, poi ogni tanto li riapro per osservare il mondo da una prospettiva diversa dal solito. Quando l’aereo passa sopra Porto, io e il mio compagno di viaggio (Paolo) ci guardiamo e ci mettiamo le mani nei capelli.. notiamo infatti che Porto è una cittadina assai collinare e noi l’avremmo girata per la maggior parte in bici. Legs day per tre giorni consecutivi!


Una volta usciti dall’aeroporto ci dirigiamo versa la metro e prendiamo la fermata più vicino alla nostra Guest House. Scendiamo a Sao Bento e ci incamminiamo verso la nostra nuova casa. Solitamente andiamo in ostelli, alloggi molto comodi con cucina e bagno in comune, super convenienti e pieni di viaggiatori come noi. Per questo viaggio abbiamo deciso di cambiare e provare una Guest House. Non male, cucina e bagno in comune e ambiente abbastanza pulito. Il problema principale è stata l’accoglienza; ci hanno accolto due ragazzi italiani di Siena (Danilo e Marco) dicendoci che il proprietario non si era ancora fatto vivo.. infatti mai lo vedremo.

Erano le 10, usciamo tutti e quattro insieme e decidiamo di andare a fare colazione in un bar vicino. Mangio una brioches (niente male) e bevo un cappuccino, <typical italian breakfast!> ci dice il barista. Dopo una breve conversazione chiediamo il prezzo e ci spunta un sorriso sul volto.. 1.50 euro! Per la prima volta siamo felici di pagare.

La giornata inizia benissimo pensai! Salutiamo i due ragazzi di Siena augurandogli una buona giornata e ci dirigiamo al primo Rent a bike per affittare due biciclette e iniziare il nostro viaggio. Il proprietario è stato molto gentile e ci ha fatto un buon prezzo. Bici prese, ora si può partire!

Pianifichiamo questi tre giorni in maniera perfetta per visitare Porto. Essendo una città che offre mare, colline e montagne abbiamo deciso di vedere il più possibile partendo dal basso. Dalle coste passiamo all’entroterra (le colline) e infine andiamo verso la montagna, in un paese di nome Braga.

Subito notiamo che pur essendo una città non è per niente trafficata e l’aria è pulitissima. Siamo circondati dal verde, una cosa sublime! La nostra prima tappa è Piazza della Libertà, dai portoghesi chiamata Praca da Libertade. Non sono un amante delle piazze, generalmente sono troppo affollate, ma questa no. Era tranquilla, circondata da monumenti e verde. Ci fermiamo qualche minuto per ammirarne la bellezza e per chiedere informazioni sulla prossima meta. Con difficoltà i portoghesi riescono a darci informazioni e partiamo, ovviamente le indicazioni erano sbagliate. Dopo qualche breve conversazione riusciamo a trovare la strada e arriviamo a destinazione; ecco davanti a noi la chiesa do Carmo. Fuori è per metà ricoperta dai famosissimi Azulejos, degli affreschi azzurri e bianchi tipici dell’architettura portoghese e spagnola. All’interno è ancora più bella, è ricoperta d’oro. Parliamo con i gestori e subito ci raccontano dei piccoli aneddoti sulla chiesa; niente di particolare, ma si vedeva dagli occhi e dalle parole che per loro non era una semplice chiesa.

Sono le 12.30, decidiamo quindi di rimetterci in cammino; direzione oceano! Prima però dobbiamo passare sulla costa del fiume più importante del Portogallo, il fiume Douro. La zona della costa è a tratti molto turistica, soprattutto la Ribeira. Un lungo fiume pieno di negozietti, ristoranti e bar.. classico luogo turistico. Le altre zone della costa invece sono molto tranquille, si respira un aria diversa. Sommersi dal verde e dalla calorosità dei portoghesi continuiamo il nostro viaggio facendoci trasportare da quel clima straordinario.

Passiamo davanti ad un centro commerciale e il nostro orologio biologico ci dice che è ora di pranzare. Entriamo, facciamo una piccola spesa e ancora una volta rimaniamo senza parole dal prezzo. Quattro panini, due etti di prosciutto crudo (buonissimo), due litri di acqua e un pacchetto di oreo a solo 2.50 euro.

Mangiamo seduti su un muretto con vista fiume e notiamo che Porto possiede una fauna eccezionale. Un sacco di uccelli e pesci variopinti!


Dopo aver mangiato ci rimettiamo in marcia e raggiungiamo la prima spiaggia, Praia da Granja. Piena di pescatori, molto affollata pur essendo Gennaio. Tantissime rocce piene di coralli e altre forme di vita eccezionali. Che soddisfazione vedere l’Oceano!

Dopo una breve contemplazione decidiamo di andare verso un’altra spiaggia. Arriviamo dopo circa quaranta minuti alla Praia do Senhor da Pedra. Prima di entrare in spiaggia però si deve percorrere una pista ciclabile, su un ponte in legno. Che peccato, ci toccherà farlo! Durante questo percorso rimaniamo estasiati. A destra si intravedeva l’Oceano e la sabbia mentre a sinistra si vedeva solo ed esclusivamente la vegetazione! Una volta terminato il percorso decidiamo di lasciare le bici, metterci a piedi nudi ed avventurarci nella spiaggia. Affondare i piedi nella sabbia vale il prezzo del biglietto, una sensazione di libertà immensa! In fondo alla spiaggia si trova una cappella che da sull’Oceano, ovviamente decidiamo di visitarla : è la cappella del Senhor da Pedra, il signore della pietra.


Entriamo, a piedi nudi, e notiamo la sua semplicità. Talmente semplice che non c’era neanche la security o qualche controllo, come è solito nelle chiese. Dopo averla visitata, usciamo e ritorniamo in spiaggia dove ci sdraiamo e contempliamo l’Oceano. Ci prendiamo il meritato riposo, mangiamo, scherziamo e ci godiamo il momento. Ci sentiamo due hippies, sdraiati e a piedi nudi nella sabbia. Nei momenti di silenzio sentiamo il rumore delle onde che sbattono sulle rocce, attimi di pura vita per due come noi.

È arrivata l’ora di rimetterci in marcia per completare le visite di questa giornata. Torniamo indietro, ci rimettiamo le scarpe e ripetiamo il percorso in bicicletta. Ci dirigiamo verso Praia Castelo do Queijo, castello dei formaggi. Si dice che il forte fu costruito su una roccia che assomigliava a un enorme pezzo di formaggio, da qui il nome fantasioso. Purtroppo al nostro arrivo il castello era chiuso, quindi decidiamo di fare un giretto di perlustrazione in spiaggia. Notiamo che anche questa, come quella precedente, è deserta. Ci siamo solo noi, il che mi da un senso di libertà inverosimile. Poco fuori dalla spiaggia, seduti sulle rocce, incontriamo un gruppo di anziani che giocavano a carte; capiscono che siamo italiani, ci chiamano e ci regalano una mezz’ora di chiacchierata stupenda. Ci raccontano della loro vita, senza neanche conoscerci. Molti di loro vivevano in Italia prima. Alcuni lavoravano come insegnanti di letteratura portoghese e altri come insegnanti di psicologia. È stata una mezz’ora molto ricca ed intensa. Ci hanno fatto capire come funziona, in maniera molto semplice, il Portogallo. Ho dedotto che attualmente si vive meglio lì, ma questo fantastico paese è destinato a diventare come l’Italia, se non peggio. Spero proprio di no.

È quasi ora di cena, salutiamo i simpatici pensionati portoghesi e partiamo alla ricerca di cibo. Torniamo sulla Riberia e notiamo che i prezzi sono molto elevati causa turismo. Decidiamo di spostarci in un luogo più tranquillo dove troviamo un locale che con 7 euro a testa ci ha riempito di cibo. Eravamo talmente pieni che prima di riprendere la bicicletta è passata un’oretta e mezza. Dopo questo meritato riposo, ci rimettiamo in marcia e ci dirigiamo verso casa. Una volta arrivati sistemiamo i nostri bagagli a mano e ci facciamo una bella doccia calda, con l’intenzione di uscire subito dopo. Entrambi eravamo consapevoli che dopo quella doccia saremmo andati a letto, infatti cosi facemmo. Puntiamo la sveglia per le otto di mattina, riguardiamo il percorso dell’indomani, ci insultiamo amichevolmente per qualche minuto e ci auguriamo buonanotte.


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