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Apple ha difficoltà a produrre i suoi dispositivi negli Usa: ecco il perché

Apple ha difficoltà a produrre i suoi dispositivi negli Usa: ecco il perché

Apple ad oggi conta circa 1 miliardo di dispositivi attivi e, dal 2011, è una delle più grosse aziende al mondo per capitalizzazione azionaria. Detto ciò ci si può chiedere come possa trovarsi in difficoltà un’azienda simile, ma duole comunicarvi che l’azienda californiana stia attraversando uno dei periodi più difficili dall’inizio dell’espansione.

E’ notizia di poco tempo fa l’investimento che Apple ha in previsione di fare negli Stati Uniti per aprire nuove sedi ed incrementare i posti di lavoro, seppur di fronte ad un calo di fiducia da parte degli investitori.

A quest ultimo si aggiunge un’ulteriore problema che potrebbe compromettere l’espansione dell’azienda madre del “melafonino”: da parte del New York Times giunge voce che Apple fatichi ad assemblare i Mac Pro negli USA.

Apple non riesce ad assemblare i Mac Pro: problemi coi fornitori

Ciò che più riguarda questa problematica è inerente alle viti utilizzate per l’assemblaggio dei Mac Pro, per le quali Apple scelse di rifornirsi da un’azienda in Texas. A causa della concentrazione della produzione di massa nel continente asiatico, l’azienda scelta come fornitore non riusciva a sostenere le richieste di Apple limitandosi a produrre circa 1000 viti al giorno.


L’appetibilità che offre la Cina in questo periodo fa leva su grosse produzioni a breve termine soddisfacendo anche richieste dal breve preavviso, appetibilità che ha spinto l’azienda fondata da Steve Jobs ad affidarsi ad un’azienda cinese per la produzione e fornitura di viti.

Anche per quanto concerne il resto della produzione l’oriente si sta rivelando una terra ottimale, considerando il rapporto presente tra il costo e la tecnica della produzione comparato con un investimento simile in occidente, il quale richiederebbe fondi molto più ingenti ai fini dello stesso risultato.

Apple: a rischio gli investimenti negli USA?

Considerati i costi d’importazione da parte dei paesi orientali penalizzati dalla guerra commerciale tra USA e Cina, logicamente converrebbe dislocare l’intera produzione in terra straniera per garantirsi dei risparmi iniziali importanti ai fini dell’utile.

Ciò nonostante Apple ha già investito durante lo scorso anno circa 60 miliardi di dollari negli USA con l’annesso supporto di 450.000 posti di lavoro, i quali l’azienda è orientata ad aumentare con ulteriori investimenti.


L’ipotesi allora plausibile per ignorare il dislocamento risiede nell’investimento per aziende automatizzate che permettano le rese di produzione necessarie all’azienda per far fronte ai lanci sul mercato dei prodotti, con dei costi contenuti e creando un’alternativa all’attuare realtà industriale statunitense.


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