Tecnologia

Storia di Apple: Tutto sul brand, Origine, Caratteristiche e Critiche

Storia di Apple: Tutto sul brand, Origine, Caratteristiche e Critiche

Vi spieghiamo nel dettaglio tutta la storia di Apple. “La semplicità è la maggior sofisticazione” soleva affermare Steve Jobs nel descrivere al meglio l’essenza di Apple, vera e propria leader nel settore tecnologico globale. Apple, all’epoca conosciuta come Apple Computer Company, fu fondata nel 1976 dal citato Jobs, Steve Wozniak e Ronald Wayne a Cupertino, nella Silicon Valley, in California.

La storia di Apple può sintetizzarsi in quattro fasi fondamentali:

  1. Anni Settanta;
  2. Anni Ottanta;
  3. Anni Novanta;
  4. Anni Duemila.

Ma prima di procedere con l’excursus storico di Apple, ebbene soffermarci sull’etimologia della parola e le motivazioni sottostanti a tale scelta. Nell’estate del lontano ’75 Steve Jobs lavorò in una piantagione di mele in Oregon e fu proprio in quel periodo che il nome cominciò a balenargli in testa:

A quel tempo in realtà ero un fruttariano. Mangiavo solo frutta. Ora sono un bidone della spazzatura come tutti gli altri. E siamo stati circa tre mesi in ritardo per depositare un nome di business di fantasia così ho minacciato di chiamare la società Apple computer a meno che qualcuno non avesse suggerito un nome più interessante entro le cinque di quel giorno. Sperando di stimolare la creatività.

E niente si è mosso.


L’interesse mi è nato leggendo le opere di Arnold Ehret. Ed è per questo che ci chiamiamo Apple”.

[La storia di Apple] Si è fatta strada l’ipotesi secondo cui il primo storico logo Apple, rappresentante la mela, simboleggi l’innovazione, con un chiaro riferimento alla mela che colpì in testa il genio Isaac Newton, padre della legge di gravitazione universale. Altro accenno interessante e dalle sfumature bibliche potrebbe essere relativo al morso della conoscenza che Eva diede al famoso frutto proibito, che era appunto la mela.

Adesso passiamo alle quattro fasi che hanno contraddistinto il boom e l’evoluzione di Apple nel tempo.

Anni Settanta

[La storia di Apple] Nel 1975 Steve Wozniak era programmatore per la HP quando cominciò a studiare e programmare i suoi computer sulla carta, considerati i prezzi proibitivi dell’epoca per i processori commerciali Intel 8080 e Motorola 6800. La MOS Technologies commercializzò il suo chip 6502 l’anno successivo e ad un costo accessibile,spingendo Wozniak a scrivere una versione del linguaggio di programmazione BASIC per il nuovo processore e, poco dopo, iniziò a progettare un dispositivo col quale integrarlo.

Una volta completato un prototipo nel suo garage, Wozniak ne parlò durante le sue conferenze all’Homebrew Computer Club, dove mostrò per la prima volta il suo sistema. Fu durante quei convegni che incontrò Steve Jobs, fortemente interessato allo sviluppo commerciale dei computer, e riuscì a convincerlo ad assemblare la macchina che aveva progettato e a venderla assieme a lui.

Successivamente Steve contattò il proprietario di uno store di computer della zona, The Byte Shop, per proporgli la macchina Apple I, molto innovativa in quanto poteva essere collegata a un televisore e includeva poi delle ROM da dove caricava il codice all’accensione.

Inoltre Wozniak elabrò un modulo per interconnettere il computer a un lettore a cassette per caricare e salvare a sua volta i programmi. All’epoca il lettore era molto veloce dal momento che riusciva a leggere e scrivere 1.200 byte per secondo e, in più, era dotato di ottime capacità che rendevano alquanto semplice il suo utilizzo.

Di lì a poco avviene l’incontro con Ronald Wayne. La triade era solita riunirsi nel famoso garage di Jobs, dove cominciarono ad assemblare i computer da consegnare; si trattò di una produzione limitata dovuta al bugdet economico ristretto.

Dopo la vendita dei primi apparecchi, i tre cominciarono a realizzare Apple II, più costoso rispetto al primo, il quale si componeva di un circuito TV, capace di visualizzare i dati contenuti nella memoria del computer nonché la grafica, ed era in grado di utilizzare i colori. Oltre a ciò, Jobs aggiunse case e tastiera rinnovati, in modo tale che il computer, una volta tirato fuori dalla scatola, avrebbe svolto le sue mansioni senza software da programmare o parti da integrare.

Considerata la complessità progettuale, Mike Markkula investì 250.000 dollari nella neonata Apple computer, fondata ufficialmente il 1º aprile 1976. Dissidi a parte, Apple II venne presentato pubblicamente il 16 aprile del 1977, durante il primo West Coast Computer Faire. La presentazione della creatura di Jobs e company decreta l’inizio dell’era dei computer.

Anni Ottanta

[La storia di Apple] Gli anni Ottanta iniziano con il successo di Apple II, molto utilizzato dalle piccole aziende, e le dimissioni di Wozniak nel 1981. L’azienda di Cupertino decise di realizzare Apple III per facilitare il lavoro aziendale ma si palesarono problemi strutturali non indifferenti: infatti mancava una ventola per il raffreddamento del computer. Decisione presa da Jobs, che ritenne non elegante la presenza di questo dispositivo. Di fatto, il nuovo apparecchio si dimostrò un disastro totale.

Nel frattempo, gli sviluppatori Jef Raskin e Bill Atkinson stavano completando un nuovo computer che si sarebbe dotato di un’interfaccia grafica, un mouse, la programmazione orientata agli oggetti e il supporto per le reti informatiche. In seguito alle dimissioni di Raskin, fu presentato nel 1984 il Macintosh con un’iniziativa davvero interessante: venne mostrato con un spot televisivo trasmesso durante la finalissima del campionato nazionale di football.

Nel 1985 la Microsoft di Bill Gates, ottenuta una prima licenza da Apple, esibì Windows, la propria interfaccia per i sistemi prodotti da IBM e per quelli compatibili di altri produttori. Tali programmi erano nati su Mac nel 1984-’85 con un’esclusiva Apple per due anni. Obiettivo di Steve Jobs era quello di risollevare la propria creatura puntando sul lavoro di Microsoft, che frattanto continuava imperterrito nello sviluppo di Word ed Excel per il sistema operativo della Apple.


Proprio in questo frangente nacque il primo scontro legale tra Apple e Microsoft per il furto del ‘look and feel‘ del System 7 (nel ’97 divenne Mac OS): fu l’AD John Sculley a firmare per Microsoft le concessioni per lo sviluppo degli elementi dell’interfaccia grafica dei Mac. La vertenza legale fu sciolta solamente nel 1996.

Visto lo scarso successo del primo computer portatile della Apple, il Macintosh Portable nel 1989, ne venne presentato nel 1990 un nuovo modello, il PowerBook. La serie originale, la 1xx, era formata da tre prodotti distinti: il PowerBook 100, realizzato in collaborazione con SonyLa , molto simile a un sub-notebook e basato sul vecchio processore Motorola 6800, e PowerBook 140 e PowerBook 170, più completi e potenti. Si può dire che PowerBook diede il via allo standard per tutti i futuri portatili che seguirono introducendo lo schermo collegato tramite una cerniera alla tastiera, la trackball e altre innovazioni. Supportava altresì le reti AppleTalk ed era incluso il software QuickTime, il quale forniva un supporto multimediale.

Anni Novanta

[La storia di Apple] I primi anni Novanta sono contrassegnati dal periodo di difficoltà in cui imperversava Apple, la quale si era vista ridurre le quote di mercato dal 20% al 5%. Nel 1994 Apple rivoluzionò i Macintosh adottando come processore il PowerPC. Perciò creò un consorzio con Motorola e IBM, società detentrici dei brevetti necessari al nuovo processore. Aleggiava un certo cambiamento tra le fila di Apple, che decise di acquistare una software house che disponesse di un moderno sistemare operativo, da adattare in un secondo momento a macchine con architettura PowerPC.

Apple contattò Steve Jobs per ricoprire un incarico ufficiale nell’azienda da lui fondata. Prima di questo però, Jobs riuscì a strappare un accordo con la Microsoft il 6 agosto del 1996: infatti lo storico rivale avrebbe intascato il 7% circa delle azioni della Apple (senza diritto di voto in assemblea), per un controvalore di 150 milioni di dollari, impegnandosi a realizzare versioni di Internet Explorer e Office per Macintosh ed a chiudere le cause in corso con licenze incrociate sui brevetti.


L’acquisto delle azioni era subordinato a un ulteriore patto che prevedeva l’installazione del web browser di Microsoft su tutti i computer prodotti dalla Apple per i cinque anni seguenti. Il riferimento è a Microsoft Explorer Macintosh Edition.

Un’impresa davvero epica coronata con l’investitura di Jobs stesso ad amministratore delegato ad interim e la cui idea fu di puntare immediatamente alla realizzazione di nuovi dispositivi e dei relativi software producendo iPod, iPhone e tablet. Ciò fece risollevare le sorti di Apple e il salto di qualità a cui aspirava Steve.

Il 21 dicembre dello stesso anno il consiglio d’amministrazione votò l’acquisizione di NeXT per 400 milioni di dollari con l’intenzione di utilizzarne il sistema operativo, NeXTSTEP, come base per le future versioni del sistema operativo macOS. Jobs divenne inoltre consigliere personale del presidente Gil Amelio, dimessosi l’11 luglio 1997.

Anni 2000

[La storia di Apple] Nel 2001 Apple lancia sul mercato Mac OS X, un sistema operativo rivolto sia alle utenze private che a quelle professionali, introducendo peraltro una nuova interfaccia grafica, in grado di rendere disponibili anche le librerie Carbon e consentire agli sviluppatori di effettuare in modo rapido il porting del parco software di Mac OS 9 sul nuovo sistema operativo. Col Mac OS X la Apple consolidò la propria quota di mercato.

Si susseguono diversi dispositivi innovativi che hanno permesso ad Apple di superare la crisi finanziaria del 2003. Nel 2007 debutta ufficialmente l’iPhone: uno smartphone con lo schermo multi-touch, che inaugura l’esordio dell’azienda di Jobs nel settore della telefonia mobile. Basti pensare che nei primi 200 giorni di vendita, l’iPhone conquista il 19% del mercato degli smartphone con 4 milioni di unità vendute.

I successi di Apple vengono adombrati da un fatto davvero drammatico: la morte di Steve Jobs avvenuta il 5 ottobre del 2011, sebbene avesse lasciato l’incarico il 24 agosto. Fu sostituito dal direttore Tim Cook, attualmente al timone di Apple.

Le critiche ad Apple

[La storia di Apple] Il modello di sviluppo verticale ha sempre caratterizzato Apple, ma non è stato immune da critiche. L’azienda di Cupertino è stata accusata di non considerare le logiche di mercato e di sviluppare intenzionalmente prodotti non compatibili con il mercato. Si tratterebbe di una strategia contraddittoria, incapace di adoperare adeguatamente l’economia di scala che l’industria dei pc (personal computer), la quale implica inesorabilmente l’incremento dei costi dei prodotti Apple. 

Altro aspetto discusso è stato la guida ‘personalistica’ del CEO, specialmente durante la gestione di Steve Jobs, accusato per l’occasione di eccessiva personalizzazione della società e di accentramento delle funzioni di comando. A ciò si aggiungono le condizioni di lavoro dei dipendenti di Apple che lavorano nelle fabbriche della cinese Foxconn. Critiche mosse da diversi enti e testate giornalistiche che hanno spinto il CEO Tim Cook a redigere una lettera aperta nei confronti dei suoi operai.


Dopo una baraonda di articoli, Apple ha dovuto stringere un accordo con Fair Labor Association (FLA), inducendo ad una serie di ispezioni nelle fabbriche Foxconn. Dal rapporto della Fla elaborato in seguito all’ispezione, è emersa la volontà da parte di Apple e Foxconn di migliorare le condizioni di lavoro dei dipendenti, molto spesso sottopagati e costretti a rimanere in fabbrica per 60 ore alla settimana. Discorsi che lasciano il tempo che trovano.

La chiusura ‘mentale’ nel gestire il reparto tecnologico ha rappresentato una sorta di ‘Spada di Damocle’ per Apple, che ha smentito questa presa di posizione inaugurando macOS: ovvero il nuovo sistema operativo basato su standard aperti. Per tale motivo, macOS non può essere legalmente installato su hardware non Apple.

Altro elemento non gradito è stata la sua tendenza a mettere in competizione tra di loro i vari gruppi di ricerca per i finanziamenti. Basti pensare alla rivalità sorta tra gli sviluppatori delle vecchie librerie Carbon (appartenenti al vecchio sistema operativo) e gli sviluppatori delle nuove librerie Cocoa, provenienti dal sistema operativo di NeXT. Infatti gli sviluppatori considerano poco producenti le rivalità e non necessarie per uno sviluppo funzionale del sistema operativo.

[La storia di Apple] Apple ha adottato altresì una politica controcorrente sull’uso e il supporto della tecnologia Flash. I video che Flash supporta rappresentano il 75% di quelli totali presenti sul web, molti dei quali disponibili anche nel formato video H.264. La riproduzione nel formato Flash richiede un maggiore dispendio energetico e, attualmente, presenta una scarsa prestazione sui dispositivi mobili con interfaccia multi-touch, visto che nella maggior parte dei casi è sviluppata e pensata per dispositivi che utilizzano un puntatore (o freccetta) gestito dal mouse o simili.

Secondo Apple, un uso di software di terze parti che si frappone tra la piattaforma e lo sviluppatore, ostacola le performances della piattaforma stessa, potendo portare l’azienda in balia di terzi per quanto riguarda la disponibilità di migliorie software per gli sviluppatori. Ciò in considerazione del fatto che generalmente per uno strumento di sviluppo cross-platform gli sviluppatori potrebbero decidere di renderne disponibili gli aggiornamenti solo quanto questo sia effettivamente disponibile per tutte le piattaforme supportate. Di fatto, nel 2011 Adobe ha distribuito Flash Media Server 4.5 per ricodificare i soli filmati Flash e renderli così disponibili per i dispositivi Apple che non supportano tale standard.

La comparsa nella cinematografia

[La storia di Apple] Genio e fantasia hanno caratterizzato da sempre Apple, divenuto vero e proprio modello nella cinematografia. Lo dimostrano riferimenti in cartoni che hanno fatto la storia della televisione, come i Simpson, oppure film d’epoca e dalla bellezza indiscussa come Forrest Gump.


Per quanto riguarda i Simpson del regista Matt Groening, il primo accenno risale ad un episodio della 20 esima stagione, aperto con un Mapple Store a Springfield, in cui Lisa vuole comprare un MyPod e nel corso della puntata colloquia con Steve Mobbs, ossia una caricatura dell’ex CEO di Apple. Altro riferimento di ‘simpsoniana’ memoria riguarda la parodia di uno dei primi strumenti tascabili prodotti da Apple: il Messagge Pad basato su NewtonOS e sulle difficoltà del sistema di riconoscimento calligrafico. [La storia di Apple].

Passiamo a Forrest Gump, viene menzionata un’azienda dove il protagonista e un socio in affari investono, definita “una specie di azienda fruttifera” che poi, vedendo il simbolo sul foglio, si scopre essere la Apple.

Questa era la storia di Apple, speriamo vi sia piaciuta e sia completamente chiara. Continuate a seguirci per nuovi articoli.


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