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UBER: Ritorno dell’elettrico in Cina grazie a Uber Bike

UBER: Ritorno dell'elettrico in Cina grazie a Uber Bike

Due anni dopo aver ceduto le proprie attività in Cina, Uber ci farà ritorno. Intende chiaramente ampliare la propria offerta di servizi di trasporto giocando le carte del e-bike e dello scooter sharing con veicoli rigorosamente elettrici, questa notizia è arrivata direttamente da Dara Khosrowshahi (amministratore delegato di Uber) parlando al Financial Times.

Il nuovo scooter sarà il frutto della collaborazione fra Uber e Jump (società di bike sharing acquistata per 200 milioni di dollari da Uber la scorsa primavera).

Ci si può immaginare qualcosa di molto essenziale, probabilmente dal design futuristico ma allo stesso tempo sobrio, con delle parti meccaniche e fili vari ben nascosti sotto la carenatura (per scongiurare nei limiti del possibile atti vandalici o facili danneggiamenti).

Mezzi piccoli, leggeri, elettrici: la mobilità in città passerà per veicoli del genere, possibilmente a due ruote. E Uber avendo studiato a lungo il futuro delle metropoli scende in campo con l’idea di produrre in casa uno scooter tutto suo, una specie di monopattino, facendo concorrenza diretta a Lime, Bird, Scoot e altri.


State tranquilli, l’idea non è assolutamente quella di sostituire l’ormai tradizionale servizio di taxi, ma di integrare il business con un’offerta dedicata agli spostamenti più brevi e meno impegnativi.

Tecnici e ingegneri assunti da Uber si trovano già in Cina, più precisamente nella Cina meridionale per supervisionare l’avvenuta realizzazione degli impianti affidati a partner locali che non sono stati resi noti.

Si sa per certo che non saranno gli stessi che realizzano i mezzi per i principali protagonisti di questo settore anche negli Usa come Bird e Lime. Lo ha confermato Rachel Holt che è il capo della unità New Mobility della società californiana che ha parlato anche di “volumi produttivi significativi” senza però mai scendere troppo nei dettagli.

Sia e-bike che scooter sono inclusi nell’elenco dei prodotti soggetti alle tariffe volute dalla amministrazione Trump: ai costi produttivi quindi sarà necessario aggiungere una tassa del 25% su ciascun componente che Uber vorrà importare negli Stati Uniti d’America. Sempre che la guerra dei dazi non trovi una soluzione più ragionevole.


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