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Taranto: plastica ovunque, ma il problema è mondiale

Taranto: plastica ovunque, ma il problema è mondiale

Dal primo Gennaio 2019 Taranto si è dichiarata plastic free ma, nonostante gli impegni presi da Legambiente e dal sindaco Melucci, la battaglia è ancora molto ardua e lunga.

I primi fondamentali passi del comune sul tema plastica

Dall’inizio del 2019 infatti, è iniziata la fase esecutiva dopo che il 28 ottobre scorso, su indicazione del sindaco Melucci, è stato emesso un provvedimento che prevede di eliminare la plastica usa e getta per dare un contributo alla riduzione di questi rifiuti impattanti per l’ambiente.

Il comune di Taranto risulta essere uno dei primi in Italia ad anticipare gli effetti della direttiva europea sull’utilizzo della plastica monouso. Il Parlamento Europeo, infatti, ha messo al bando la plastica monouso a partire dal 2021.

Plastica bandita in ogni dove, da Palazzo di Città alle mense scolastiche, dagli edifici di appartenenza del Comune ai locali privati dove si somministra cibo. Tra questi purtroppo, non tutti avrebbero accolto la novità

positivamente. Complice anche l’ignoranza di molti, la scarsa pubblicità e le pessime abitudini comuni in quasi tutte le città d’Italia.

Il problema è troppo grosso per essere risolto da “pochi”

A dispetto delle azioni sopracitate però, ritroviamo ancora innumerevoli rifiuti sulle coste e sul fondale del famoso doppio golfo di Taranto. Come attestano alcune immagini scattate negli ultimi giorni sul fondale del Mar Piccolo, troviamo davvero di tutto. Dai cavallucci marini impigliati alle reti di plastica delle cozze, pesci che hanno fatto le proprie tane nei boccali di vetro o piante rare spuntate su vecchie cassette di plastica.

Per non parlare delle sponde del bacino, sulle quali sono stati ritrovati fino a 761 rifiuti su una porzione di cento metri di litorale(l’equivalente di circa sette rifiuti e mezzo ogni metro).

Purtroppo, è difficile far comprendere a tantissima gente che per risolvere questo gravissimo problema non basteranno mai le azioni di “pochi”, quali enti o comuni, ma serve l’aiuto da parte di tutti i cittadini del capoluogo e di tutta la provincia tarantina. Come già stanno facendo tantissimi enti, bisognerebbe sensibilizzare le persone e continuare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti dalle coste e dal mare. Sia con l’utilizzo di volontari o lavoratori appositi per lo smaltimento dei rifiuti, che con campagne di sensibilizzazione e istruzione sullo smaltimento degli stessi.

Problematica estesa a livello mondiale

Nonostante l’impegno e la partecipazione da parte di tantissimi enti, tra cui Legambiente, Ispra e Isde, il nemico “Plastica” è molto più che facile da sconfiggere. Questa problematica infatti, non riguarda solo la città di Taranto, ma è una delle maggiori a livello mondiale. A partire dalla plastica monouso o al singolo sacchetto fino ad arrivare alla grande distribuzione di Innumerevoli prodotti con elementi plastici. Produrre questo materiale infatti, contribuisce all’inquinamento del pianeta, prima ancora che diventi rifiuto.
L’80% dei rifiuti in mare è fatto di plastica, che ritorna nella catena alimentare a danno della salute umana, non dimenticandoci i danni alla fauna e all’ambiente. Per non parlare della sua NON eco-sostenibilità nè tanto meno Biodegradabilità nel breve periodo(da 20 a 1000 anni). O, proseguendo l’elenco, il problema delle microplastiche o la creazione di gas serra durante il lentissimo processo di degradazione.

I problemi dovuti alla plastica sono davvero innumerevoli, ma sembra che noi esseri umani, pur definendoci esseri intelligenti non capiamo che stiamo distruggendo il pianeta pur di contiuare ad utilizzare il suddetto materiale.

Possibili soluzioni?

Una delle poche soluzioni che applicabili, a parte la messa al bando e il riutilizzo dei materiali plastici sarebbe quella di trovarne un sostituto.

Negli ultimi anni abbiamo avuto diversi esempi di materiali potenzialmente usabili come sostituti della Plastica. Ad esempio, la capsula “Ooho”, che grazie ad una membrana trattiene i liquidi al suo interno o alla Bioplastica creata da Margarita Talep. Alla base di questi composti c’è quasi sempre l’utilizzo di alghe come “collante”. Che rappresentino loro la nostra possibile soluzione?

Il futuro della nostra terra e del mondo intero non è che nelle nostre piccole mani e, solo insieme e con la collaborazione e l’aiuto costante potremmo sperare in un futuro migliore per noi e i nostri figli.


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